Scorrendo il vocabolario Treccani, giunti alla parola ‘stizza’ si legge questo significato: irritazione non violenta ma improvvisa e scontrosa, che nasce soprattutto da scontentezza, contrarietà, fastidio.Senza esitazione, e non a caso, posso affermare in tutta sicurezza che non c’è altro da aggiungere per delineare una sintetica ma esauriente istantanea delle motivazioni e dello stato d’animo che hanno fatto nascere questa iniziativa editoriale.
C’è, infatti, in noi, l’’irritazione’, sentimento che ormai ci accompagna quotidianamente in ogni frangente della nostra vita, resa colpevolmente caotica e frenetica dalla stessa struttura sociale che abbiamo contribuito a costruire.C’è, in noi, la ‘non violenza’, punto focale e inalienabile della nostra volontà di esprimerci e di comunicare secondo modalità che rifiutino di utilizzare la lingua italiana come un’arma contundente.C’è, in noi, l’’istantaneità’ del sentimento di stizza che, per sua stessa natura, è improvviso, fulmineo e privo di calcoli opportunistici o di circostanza. C’è, in noi, la ‘scontrosità’, indissolubilmente legata ai moti di irritazione e portatrice di una sia pur momentanea astrazione da ogni contesto interrelazionale meditato e sedimentato.E ci sono, infine, in noi, ‘scontentezza’ e ‘contrarietà’, vero sale adrenalinico di ogni nostra valutazione critica quando la consideriamo frustrante e non soddisfacente.Insomma, tutto assolutamente coerente, dal nostro punto di vista, e in linea con il nostro pensiero sia pure con una necessaria precisazione che ben si coglie e si prefigura nella ricorrente e usatissima frase ‘provare un moto di stizza!’Il ‘moto’, appunto, il senso cioè di un sentimento che non è statico e passivo ma un istintivo ‘movimento’ che spinge a fare qualcosa, a non lagnarsi lasciandosi semplicemente avvolgere e intorpidire dall’immobilismo.Ecco, allora, dispiegarsi con chiarezza il come e il perché sia nata “la Stizza”, una sorta di tatami universale che invita tutti a incrociare, liberi da tensioni, volontà e convinzioni senza tuttavia trascendere o sconfinare in inutili proclami o pretenziose asserzioni che tutto possono essere tranne che lo specchio del dialogo e del confronto.
Basta, insomma, con i ‘Polifemi arroganti, miopi e antropofagi’!
Noi, per fortuna, di occhi ne abbiamo due e vogliamo, insieme a voi, tenerli ben aperti per intraprendere, finalmente, un percorso di crescita personale, sociale ed economica che abbia come obbiettivo e traguardo la consapevolezza e la dignità di ciascuna persona che voglia essere e sentirsi tale.
Che ‘la Stizza’ sia con noi