Rubrica del dott. Massimo Converso, neuro psicomotricista e fisioterapista
Primi incontri: che cosa fare per ‘iniziare a conoscersi…’
“L’Accoglienza e l’uscita in terapia”
Il momento dell’ingresso in terapia (psicomotoria, logopedica, fisioterapica, ecc.) è un passaggio delicato per tutti i bambini, pertanto è fondamentale dedicare inizialmente un “tempo adeguato” per favorire il loro inserimento.
I bambini all’interno del nostro studio vengono accolti con l’iniziale compresenza di almeno un genitore, in un ambiente/spazio a loro dedicato (stanza di psicomotricità) dove hanno l’immediata possibilità di “organizzare” situazioni di “gioco” negli angoli appositamente strutturati.
La mia personale accoglienza verso il bambino si basa da subito sul “mostrargli” la mia cura anche nei confronti delle “sue cose”, offrendogli l’immediata opportunità di avere i “suoi spazi personali” in cui potrà collocare gli indumenti o eventuali oggetti/libri, ecc. portati con sé da casa.
A proposito degli abiti/indumenti, il momento dell’ingresso in terapia, così come quello dell’uscita, mi offre immediatamente l’occasione di favorire nel bambino, “il vestirsi e svestirsi da solo “e la sua autonomia.
Può sembrare strano, ma sostituirsi a lui (in generale) non favorisce la sua autonomia e non soddisfa la sua “naturale voglia di fare”, al contrario, i bambini che da subito e gradualmente vedono ripagati i propri sforzi e il proprio impegno, saranno sempre più gratificati e soddisfatti delle conquiste perseguite; inizieranno a sentirsi sempre più autonomi e pronti piano piano ad affrontare da “soli” le attività /compiti futuri.
Resta ovviamente fondamentale il ruolo dell’adulto (terapista), nel guidare, nell’incoraggiare, sostenere, gratificare il bambino in quello che sarà il suo percorso di crescita e di apprendimento.
Nel nostro studio l’accoglienza è anche il momento in cui i genitori possono conoscere l’ambiente/spazio dedicato al proprio figlio e scambiare iniziali notizie (anamnesi ingresso) e informazioni con il terapista referente. Anche il momento finale della terapia e l’uscita dal setting rappresenta un momento importante e deve essere gestito in “modo delicato”. In questo particolare momento, ciò su cui mi “soffermo” e mi “focalizzo” molto, è il “saluto”, che rappresenta la prima forma di relazione mediante la quale si crea la “base” per la reciproca conoscenza.
Il saluto rappresenta la prima “regola/norma” del nostro studio, sia quando si arriva, che quando si va via; ciò mi porta ulteriormente a “dedicare” un “tempo adeguato” anche a questo momento.
Il mio intento inizialmente, non è quello di insegnare al bambino il saluto inteso come semplice espressione di educazione e cortesia, ma rappresenta un modo per consolidare da subito la relazione e mantenere salda l’interazione sociale (dall’inizio alla fine).
Può sembrare strano ma dietro il saluto di ciascuno dei miei bimbi, ci sono emozioni, aspettative, a volte paura, inibizione, stati d’animo diversi…
Un altro aspetto dell’accoglienza e dell’uscita “delicata” è il “loro “rappresentare due momenti di “routine” importantissimi, in grado di favorire e consolidare gradualmente in loro, delle ritualità che li aiuteranno ad affrontare sempre con serenità la quotidianità e anche i cambiamenti durante le loro fasi di apprendimento e crescita psico-fisica