Noi, poveri in canna…
Mentre le agenzie Moody’s e Dbrs, confermando il rating attuale, evitano un ulteriore e devastante declassamento per l’Italia, pur lasciandoci nelle torbide acque di un livello di appetibilità e credibilità finanziaria davvero precario, il Bel Paese continua ad essere protagonista di duelli rusticani in merito alla politica economica. Duelli, peraltro poco cavallereschi, che lasciano del tutto perplessi noi poveri cittadini, che ci aspettiamo, da chi governa, competenza e buono senso, a maggior ragione in un momento così tragico e socialmente al limite della deflagrazione.
Ma come, ci chiediamo con grande apprensione e stupore, mentre avanza a grandi passi il rischio chiusura di migliaia di aziende in asfissia di liquidità e vediamo i posti di lavoro diventare più effimeri di un refolo primaverile, storciamo ferocemente il naso di fronte a 37 miliardi che potrebbero arrivarci da un MES rivisto, corretto e confermato nella sua unica condizione, cioè il suo utilizzo per il settore sanitario?
Settore sanitario, peraltro, letteralmente in ginocchio dopo la bufera che lo ha stravolto e in apprensione per le prospettive di costi cui dovremo presto far fronte. Per fare un solo e banalissimo esempio: il costo minimo di un singolo tampone, sono dati ufficiali, è stato valutato attorno ai 10/15 euro, con la conseguenza, fate anche voi i conti, che fare tamponi, come si richiede a gran voce da molte sponde scientifiche, ad una prima ‘tornata’ di italiani, anche ‘solo’ ai circa 45 milioni dei cosiddetti ‘attivi’, comporta una spesa fra i 450 e i 650 milioni, da ripetere più o meno ogni 15 giorni per un certo periodo allo scopo (altrimenti a che serve?) di tenere monitorato e sotto controllo l’andamento dell’epidemia!
So bene come questo sia un argomento che spacca trasversalmente tutta la politica italiana, dall’area di Governo a quella di Centrodestra, ma far battaglie politiche su una montagna di soldi che ci mancano e che ci arriverebbero a condizioni accettabili rendendo altresì più flessibile l’uso dei quei fantomatici 55 miliardi a lungo promessi da un Governo che ipotizza ma non arriva mai a concludere, è davvero una modalità miope di intendere il bene e il benessere degli italiani, arroccandosi si posizioni ideologiche mentre si è garantiti (loro!) da un compenso mensile, quello di deputati e di senatori, che oltre ad essere sicuro è anche molto consistente.
Qualcuno pensa davvero a che cosa stia succedendo ai nostri comparti economici, per esempio quello commerciale e quello turistico, pur senza voler polemizzare col nostro Presidente del Consiglio che afferma che “l’Italia andrà in vacanza”? In vacanza dove, sulle panchine dei giardini pubblici attrezzate con distanziatori a spina di pesce e gel balsamici oltre che igienizzanti?
Qualcuno pensa davvero che la Sanità italiana, depauperata e flagellata da tagli sistematici e insensati possa continuare a reggersi grazie al generoso contributo, come sta accadendo da diversi mesi, dei cittadini italiani più attenti, sensibili e generosi di chi ci governa?
Smettiamola di fare come quei poveracci a piedi scalzi che rifiutano sdegnosamente scarpe che vengono loro offerte perché non hanno la suola traspirante!
Roberto Timelli