L’ entropia è una entità complicata, per semplificazione, viene spesso associata al concetto di disordine.
Serve fare però un po’ di chiarezza perché spesso si confonde l’ordine col disordine, anche se le mamme hanno delle granitiche certezze a riguardo.
Se decidete di mangiare sano, il cavolo bollito sembra essere una buona idea… all’inizio.
Poi l’odore si propagherà in ogni stanza di casa, con l’inevitabile effetto di colonizzare ogni angolo, e con un rigore che “sembra” ordinato. La fisica ci dice che non è così. In realtà tutto accade per il motivo contrario. L’odore passa da una situazione di ordine, in cui è facile stabilire la posizione del cavolo, ad una situazione di disordine in cui è di fatto impossibile stabilire dove sia l’origine.
Per fare un altro esempio, immaginiamo di dimenticare un cubetto di ghiaccio sul piano della cucina; si scioglierà! Scatenando, per altro, le ire del Martini e dell’oliva sua amica. Tuttavia, anche con il religioso aiuto, le molecole liquide non si riorganizzeranno e l’acqua non tornerà mai spontaneamente ad essere di nuovo cubo di ghiaccio, e neanche vino.
In un sistema, l’entropia (disordine) tende sempre ad aumentare cedendo energia (persa per sempre) sotto forma di calore. I fisici saranno indulgenti per l’eccessiva semplificazione.
Io credo che tale principio si possa applicare anche alla società, nel tentativo di indagarne i processi e forse ipotizzarne il futuro.
Una dittatura, per esempio, è come un cubetto di ghiaccio che, se non è costantemente accarezzato dal freddo, si scioglierà.
Ma per mantenere il freddo, il sistema pretende massicce botte di energia, in alternativa, gli atomi costretti alla griglia ordinata, preferiranno una forma sociale più libera ed allegramente democratica.
Anche la democrazia, però, per funzionare necessita di regole o leggi (Forze). Ancora una volta, quindi si cerca di frenare l’entropia. In questo senso, anche la discriminazione razziale, o di genere, sono preconcetti che stanno svanendo. Un diritto di voto che era prima “ordinato” e appannaggio solo di alcuni precisi gruppi, sta diventando universale, in altre parole “disordinato”.
Anche le nostre culture, i dialetti, la cucina… tutto si sta mischiando e contaminando in un processo che porterà inevitabilmente ad un risultato “globale”. Non sapremmo più dov’è il cavolo, perché i suoi influssi sono ovunque.
Anche in natura la bio-diversitá è uno strumento eccezionale per amplificare al massimo ogni possibilità di adattamento, allo scopo di ottimizzare una specie. Si fanno tante provette leggermente diverse per vedere qual è quella che funziona. Questa ridondanza non è una ricchezza in sé, ma nel risultato che produce: il migliore possibile, e tendenzialmente quindi, unico.
Se pensiamo a come sarà l’uomo fra 1000 o 2000 anni, è possibile che vi saranno tutte le differenze razziali di oggi? Ancora una volta è l’entropia che, dal sistema ordinato di popoli, divisi per posizione geografica, sparpaglia e rende omogeneo il tutto, come l’odore dei di cavoli.
(Oramai mi sembra di sentirlo davvero…)
Ed in questo disorganizzato mischiarsi di geni e culture e cavoli, credete sarà possibile continuare a governarsi con regole diverse o con monete diverse o con lingue diverse?
“L’entropia c’è”, come una scritta sopra ai cartelli stradali.
Non è certo qualcosa che capiterà domani, neanche la settimana prossima, dormite tranquilli. L’entropia non fa rivoluzioni. Il suo motto è fare tutto, ma con la minor fatica possibile.
Perché tutta la fatica la stiamo facendo noi, chiudendo tutte le porte per cercare di contenere il “profumo”.
[…] deriva naturale mi atterrisce in quanto, nonostante lo ritenga un processo entropico irreversibile (leggi qui…), dentro di me urla incatenata la voglia di essere qualcosa di più. Forse, dopotutto, e la […]