Libera traduzione in italiano
Eravamo in quattro, col Padula,
Rodolfo, il Gallina e poi io.
Quattro amici, quattro disgraziati
cresciuti insieme come dei gatti.
Abbiamo fatto la guerra in Albania,
poi su in montagna a prendere i topi,
i cupi tedeschi della Wermacht,
mi fan morire solo a pensarci!
Poi, mi hanno preso in una imboscata:
pugni, calci e una fucilata…
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prendere botte,
dormire da cani, pieno di malanni!…
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
buttato di qua, buttato di là…
io sono di quelli che non parlano!
Il Commissario, una mattina,
mi manda a chiamare d’improvviso:
“Noi siamo qui, non sente nessuno”,
mi diceva quel brutto terrone.
Mi diceva ”I tuoi compari
nui li pigliasse senza di te…
ma se parlasse ti firmo accà
il tuo condono: la libertà!
Fesso sei tu se resti contento
d’essere solo chiuso qua ddentro…”
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prendere botte,
dormire da cani, pieno di malanni!…
Quaranta giorni, quaranta notti,
buttato di qua, buttato di là,
io sono di quelli che non parlano!
Sono chiuso in questa topaia
Piena di nebbia, di freddo e di buio.
Sotto questi muri passano i tram,
rumori e vita della mia Milano.
Il cuore si stringe, scende la sera,
mi sento male e non sto in piedi,
accucciato sul letto in un angolo
mi sembra di essere proprio nessuno!
E’ peggio che in guerra stare sulla Terra:
la libertà vale una spiata!
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
a San Vittore a prendere botte,
dormire da cani e pieno di malanni!…
Ma io, ma io, ma io,
quaranta giorni, quaranta notti,
buttato di qua, buttato di là:
io sono di quelli che non parlano!
Io non parlo!