Non si ferma la spirale di violenza tra minori, dal vandalismo a vere e proprie aggressioni che finiscono in tragedia
Le periferie e non solo del nostro paese sembrano essere avvolte da una spirale di rabbia e violenza sociale, che coinvolge soprattutto i giovani, sempre più confusi ed influenzati da tutto ciò che quotidianamente li bombarda. La politica si divide tra chi condanna e parla di tolleranza zero e chi invece assolve e cerca ogni pretesto per le responsabilità politiche del governo di turno. Come ogni grande problematica in Italia si perde ogni occasione di crescita collettiva in nome della polemica sterile per guadagnare qualche punto sondaggio o consentire alle tv di riempire i palinsesti. La politica di repressione altro risultato non ha portato se non quello di generare uno scontro generazionale, acuendo la logica del ”prima era meglio” anacronistica, e soprattutto, ad oggi, inutile.
Da Palermo a Caivano passando per il Far West milanese i fatti di cronaca, a tratti macabri, hanno dimostrato che questa violenza non ha regione o colore politico e pur con contesti sociali differenti ha evidenziato una enorme falla non solo nella nostra sicurezza, ma anche nella nostra cultura.
La colpa risiede nel degrado e nei contesti da cui tanti giovani provengono : povertà, emarginazione, ghettizzazione sono parole che hanno troppe volte preceduto le tragedie che si sono consumate tra gli innocenti, con quelle parate di macchine della polizia per dimostrare la presenza dello stato, solo dopo l’irreparabile. Investire in cultura e bellezza nelle periferie per anni è stato il programma di tutti i governi locali e nazionali per anni, e quando poi i fatti hanno raccontato che si trattava di slogan o poco più i diretti interessati hanno sempre scaricato le colpe o verso l’alto nel caso degli enti locali o verso il baso nel caso del governo reggente. E’ il momento che la politica si assuma da destra a sinistra e su tutti i livelli la responsabilità di ogni ragazzino in strada senza distinzione per trovare una soluzione ad un problema che sembra non si riesca a risolvere, ed a tratti pare non si voglia nemmeno tentare di farlo.
FONTE : NUOVO CORRIERE NAZIONALE
AUTORE: LUIGI VISCARDI