Sono furioso. Schiumo rabbia nel vedere ancora una volta il nome del “bel gioco” infangato da scandali meschini e da comportamenti che definire vergognosi è un eufemismo. Parliamo ancora una volta di scommesse, di cifre che per la stragrande maggioranza delle persone rappresentano anni di duro lavoro, giocate illegalmente da individui che dovrebbero essere modelli, atleti pagati profumatamente per regalarci emozioni sul campo, non per minare la credibilità di uno sport che appassiona milioni di persone.
Ma cosa diavolo gli passa per la testa? Vivono in un mondo dorato, guadagnano stipendi da capogiro, hanno privilegi che la maggior parte di noi può solo sognare, eppure non gli basta. Devono cercare l’adrenalina facile, il brivido malsano di puntare somme oscene su partite, spesso, come la storia ci insegna, con il rischio di manipolarne l’esito. È un affronto al sacrificio di chi si allena duramente, al rispetto dei tifosi che riempiono gli stadi e comprano le magliette, all’integrità della competizione stessa.
E la cosa più irritante è l’ipocrisia che circonda questi episodi. Società sportive che si dicono sorprese e deluse, ma che forse non hanno fatto abbastanza per educare i propri tesserati ai valori etici dello sport. Procuratori che minimizzano, parlando di “ragazzate” o di “momenti di debolezza”, quando invece si tratta di azioni gravi, che possono avere conseguenze legali e sportive pesantissime. E poi i calciatori stessi, che spesso si trincerano dietro silenzi imbarazzati o vaghe scuse, senza mai assumersi pienamente la responsabilità delle proprie azioni.
Ma vi rendete conto del danno che state causando? Non è solo una questione di soldi persi o vinti. È una questione di fiducia. Come possiamo credere ancora nella genuinità di un risultato, nell’impegno di un giocatore, sapendo che dietro le quinte c’è chi scommette illegalmente, magari influenzando le proprie prestazioni o peggio ancora, quelle dei compagni o degli avversari?
Basta con questo teatrino! Servono punizioni esemplari, immediate e severe. Non si può più tollerare che questi individui continuino a percepire stipendi faraonici e a godere di una visibilità mediatica mentre minano dalle fondamenta lo sport che dicono di amare. Tolleranza zero per chi tradisce la fiducia dei tifosi e la lealtà della competizione.
È ora che il calcio si svegli dal suo torpore e affronti seriamente questo problema. Servono controlli più rigorosi, campagne di sensibilizzazione efficaci, e soprattutto, una cultura sportiva che metta al primo posto l’etica e il rispetto, prima del guadagno facile e dell’illusione di poter sfidare le regole impunemente.
Sono stanco di leggere sempre le stesse notizie, di assistere allo stesso squallido spettacolo. Il calcio merita di meglio. I tifosi meritano di meglio. È ora di dire basta a questa vergogna!