Quel giorno nevoso, Harry era in ritardo all’asta, e tutti i cavalli migliori erano già stati venduti. I pochi che rimanevano erano vecchi e stanchi ed erano stati acquistati da commercianti di carni equine.
Harry, insegnante di equitazione presso una scuola femminile, stava per andarsene quando uno di quei cavalli, un castrato grigio e trascurato con brutte piaghe alle gambe, catturò la sua attenzione. L’animale portava ancora i segni del duro lavoro e della vita difficile che aveva condotto. Ma qualcosa in lui catturò l’attenzione di Harry che lo volle comprare.
Stava nevicando quando i figli di Harry videro il cavallo per la prima volta, e per via dello strato di neve che si era depositato sul dorso del cavallo, lo chiamarono «Manto di Neve».
Harry si prese cura del cavallo che si trasformò in un amico gentile e fidato, un cavallo che alle ragazze piaceva cavalcare perché era affidabile e non si agitava improvvisamente come facevano altri.
Insomma, Manto di Neve fece un miglioramento talmente rapido che un vicino lo comprò per un valore doppio del prezzo pagato originariamente da Harry.
Manto di Neve però continuava a sparire dal pascolo del vicino, e a volte finiva in un campo di patate confinante, altre volte tornava da Harry. Sembrava che il cavallo saltasse le staccionate che dividevano le proprietà, ma era impossibile, Harry non aveva mai visto Manto di Neve saltare più in alto di un tronco caduto.
Alla fine la pazienza del vicino finì e insistette affinché Harry se lo ricomprasse.
Per anni, il grande sogno di Harry era stato quello di formare un campione di salto. Aveva avuto discreti successi in passato, ma per poter competere ad alti livelli avrebbe dovuto disporre e impegnare una cifra importante, che non aveva, per acquistare un cavallo col pedigree adeguato.
Manto di Neve stava invecchiando ed era stato maltrattato…
Sembrava, però, che Manto di Neve ‘volesse’ saltare così Harry decise di vedere di che cosa fosse capace.
Ciò che vide in seguito indusse Harry a pensare che forse si stava sbagliando e che quel suo cavallo avesse le doti per gareggiare!
Fu così che Harry portò Manto di Neve alla sua prima competizione. Lì, Manto di Neve si ritrovò tra bellissimi campioni, e sembrava davvero un ‘pesce fuor d’acqua’. Qualche malevolo allevatore concorrente chiamava addirittura Manto di Neve «il grigio con le pulci».
Ma quel giorno accadde qualcosa di straordinario e di incredibile.
Manto di Neve vinse!
Harry, sorpreso ma felice, continuò a iscrivere Manto di Neve ad altre competizioni e Manto di Neve continuò a vincere.
Il pubblico applaudiva con entusiasmo ogni volta che Manto di Neve vinceva e il “grigio con le pulci” diventò ben presto un simbolo di quanto possa diventare straordinario un cavallo ordinario. Furono scritte storie e libri su di lui…
Per molti Manto di Neve era molto di più di un cavallo. Diventò un esempio del potenziale nascosto e inutilizzato che c’è in ognuno di noi.
Il mondo ci fa incontrare ogni giorno molte persone con diverse posizioni nella società. Persone ricche e povere, famose e modeste, sagge e meno sagge.
Alcune con gravi fardelli, altre con una fiduciosa pace interiore. Qualcuno mostra una diffusa amarezza, mentre altri lasciano trasparire una gioia irrefrenabile. Alcuni appaiono sconfitti mentre altri, malgrado le avversità, hanno saputo superare scoraggiamento e disperazione.
Ho sentito asserire, forse un po’ cinicamente, che le uniche persone felici “sono quelle che non si rendono veramente conto di ciò che accade intorno a loro”.
Ma sono convinto che non sia così!
E lo dico pensando alle molte persone che procedono con gioia e irradiano felicità e sanno trasformare un’esistenza ordinaria in una vita ‘ad esuberanza’ dissetandosi, come affermano con serenità e convinzione loro stessi, con l’acqua viva.
Acqua viva? Ma qual è l’acqua viva e dove possiamo trovarla?
L’acqua viva è quell’acqua davvero speciale che diventa, quasi per incanto, essa stessa una fonte d’acqua che a sua volta è in grado di far scaturire la vita: è credere con il cuore.
Come possiamo sapere di che cosa siamo capaci se non proviamo? Ecco, l’acqua viva…
Roberto Timelli