Mi è stato chiesto: “Che cosa pensi e senti quando il Natale arriva?”
Sono in compagnia della mia gatta Amelia…
Fuori il freddo incombe e il Sole si nasconde mentre le note della musica in sottofondo donano un’atmosfera d’altri tempi alle pareti che mi custodiscono, portando i miei pensieri a girovagare nel baluardo del mio passato.
il Natale vissuto da bambina con occhi bordati di ingenuità e magia torna a fiorire.
Timidamente sorrido, e l’euforica attesa di quella festa, che già a novembre tingeva la realtà con colori incantati, ricompare; persino le persone risultano indossare maschere (e mascherine…) stregate.
I ricordi lontani addobbano lo scenario mistico del mio presente, il passato mi parla e più suggestivo che mai impreziosisce questo istante, incorniciando la magia. L’atmosfera di gioia e di condivisione risale, riguardo il mondo ammaliata dal sortilegio: l’albero, il presepe, l’emozione di svegliarmi la mattina di Natale e di trovare miracolosamente l’albero pieno di regali, la grande tavola nella quale ci raccogliamo per giocare a tombola o a carte, la lunga preparazione e il grande impegno della nonna nel preparare i pranzi e le cene con le specialità tipiche modenesi.
E’ impossibile dimenticare quei profumi, i sapori di quelle portate, i battiti dei cuori che a Natale sembrano pulsare come se fosse la prima volta.
In un attimo mi accorgo che quella bambina non mi ha mai abbandonata, fa parte ancora di me; nonostante tutto, nonostante gli anni.
Il 2020 ha portato grandi cambiamenti e gravi implicazioni per il mondo intero: la sconfitta di Trump, la Brexit alle battute finali, la morte di alcune icone della cultura occidentale e, soprattutto, il Covid-19, una pandemia subdola e dilagante che non ci ha dato respiro e che, ancora adesso, condiziona pesantemente salute, rapporti sociali, lavoro…
Certo, non è questo lo strumento o il momento per dissertare in poche righe sugli avvenimenti accaduti e tutt’ora in corso, non avrebbe senso.
Una cosa, tuttavia, è sicura, almeno per quanto mi riguarda: quando arriva dicembre, che io lo voglia o no, qualcosa cambia in me.
Anche se la televisione e la pubblicità raccontano il Natale come una festa associata al consumismo, dove la corsa agli acquisti sembra sovrastare e primeggiare su tutto il resto, il mio spirito non si abbandona a quella idea, soprattutto in un anno come questo e in una condizione di limitata libertà personale.
Pur da adulta, vivo il mio Natale come lo affrontavo da bambina, lasciandomi affascinare dai colori, dalle luci, dagli addobbi, dagli odori e dai suoni natalizi. Trasportata dalle mie emozioni, vivo il mio Natale immune dagli effluvi di una realtà che sembra aver smesso di credere.
So che è impossibile vivere ogni maledetto giorno come se fosse Natale, ma almeno in questo periodo teniamoci stretti i valori che quotidianamente cercano di distruggerci.
Torniamo ad amare perché è la totalità della vita; “noi siamo la vita!” L’amore è energia pulsante, la verità che ci rende liberi.
Torniamo a sperare, perché ci aiuta a vedere e ad affrontare ogni istante, scandito dalle lancette frenetiche del tempo, con passione, garantendoci la sensazione di un futuro di possibilità.
So che è difficile quando non c’è nulla che va, quando tutto sembra remarci contro. Ma dobbiamo tornare a credere che prima o poi le cose cambieranno.
Anche se la vitalità per credere sembra un miraggio, dobbiamo essere più forti di ogni cosa, perché la negatività non ci aiuta, se non ad invertire i colori del nostro Natale.
Abbiamo bisogno di fantasticare!
Opponiamoci al cieco cinismo di quanti vogliono sopprimere la speranza e con essa la vita.
Fermatevi per un momento, recuperate i ricordi più belli, e le loro emozioni.
Restate in contatto con voi stessi e riflettete su quanto ancora potete fare; perché la fine arriverà solo se mollerete.
Non è facile, ma nemmeno impossibile, è solo un po’ più complesso ma possiamo farcela.
Dobbiamo farcela, perché il vero senso del Natale siamo NOI.
NOI.
“L’uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo”
Gandhi
Valentina Di Maro