L’avete notato? Anche ‘San Valentino’ deve fare i conti con un virus. Certo, non è il Covid a minacciarlo, ma un’altra e non meno frustrante specie di disturbo, quello del distanziamento emotivo.
Disturbo, sia chiaro, che tendeva a diffondersi rapidamente anche prima che il Coronavirus stravolgesse le nostre vite. Ma ora, complice la pandemia, si è insinuato con forza e subdola giustificazione nei nostri rapporti e nelle nostre relazioni sentimentali lasciando via libera solo, o quasi, alle necessarie relazioni basate sulla convenienza e inducendo molti a ripiegare su se stessi negando tempo e disponibilità ad altre funzioni, amore compreso.
E se è vero che “tutti cerchiamo l’amore”, è anche vero che fra paletti e difficoltà d’incontro, più o meno volute e strumentali, si finisce spesso con l’adagiarsi in una sorta di solitudine-limbo fatta di ‘non scelta’, di non volontà.
Cresce, così, l’indisponibilità a ‘trovare tempo’, e crescono così anche atteggiamenti che assomigliano molto ai classici e maniacali ‘capricci’.
Ecco allora che, invece di lasciar lievitare spontaneamente il cosiddetto calore da vicinanza, aumenta la messa in atto di tecniche per rimanere più ‘autonomi’ e ‘indipendenti’ rispetto a chi ci è davvero vicino, trasformando alchemicamente il bisogno di “vicinanza e contatto” in un asettico e ‘riposante’ amore a distanza, che appaga sì il desiderio di ‘avere qualcuno’ che ci ama, ma evita il doversi confrontare con le implicazioni, a quanto pare non sempre gradite e sopportate, di un prolungato confronto fisico ed emotivo. Insomma, come si dice, sembra proprio che ci sia o che si trovi sempre un buon motivo per non stare troppo insieme!
Ecco perché, allora, è assolutamente imprescindibile l’intenzione iniziale e la successiva volontà di costruire puntando sulla qualità, che richiede certo, coraggio e un gran lavoro, ma alla fine è proprio quello che ci fa davvero crescere illuminandoci e testandoci anche in merito a quel sacro oltre che umanissimo insegnamento che dice “fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”!
Magari, aggiungo io, ricordando, soprattutto agli uomini ma non solo a loro, che non c’è nulla da temere nella gentilezza e che non è debolezza la disponibilità a confrontarsi parlando delle propizie emozioni!
Fermiamoci qui e per chiudere rendendo omaggio all’odierna ricorrenza lancio nell’etere una proposta che non è solo facile romanticismo: perché non festeggiare “San Valentino” ogni settimana?
Roberto Timelli