Il segnale è forte ed è di quelli destinati a lasciare il segno: 20 milioni di cittadini italiani sono segnalati nelle varie centrali di rischio come “cattivi pagatori”.
Se consideriamo poi che questi 20 milioni di italiani sono spesso capofamiglia o imprenditori e che la segnalazione impedisce loro l’accesso al credito, ecco che il problema si presenta in tutta la sua ampiezza e gravità destinate peraltro ad acuirsi visto che l’attuale congiuntura economica, condizionata anche dall’insidioso confronto militare nell’Est dell’Europa, non farà che aggravare quello che già ora è un grosso bubbone in grado di paralizzare privati e aziende di ogni tipo.
Proprio per far luce e chiarezza su questo complesso problema è stato organizzato, lo scorso 13 ottobre, un webinar da parte di Anima, associazione di categoria di Confindustria, che da tempo si occupa di questo particolare aspetto che entra prepotentemente anche nel “sociale”, come dimostra la ricerca effettuata dal suo Centro Studi il cui titolo è molto chiaro pur nella sua crudezza: “Le segnalazioni nelle banche dati e il blocco all’accesso al credito”.
Inutile dire che il webinar ha richiamato tantissimi partecipanti, in questo caso soprattutto imprenditori, tutti allarmati non solo per quello che sta già accadendo ma soprattutto per quello che accadrà in un prossimo e fin troppo vicino futuro.
Al successo di partecipazione ha contribuito la qualificata presenza di esperti e autorevoli operatori che hanno chiarito con spietata efficacia l’infernale percorso che porta, come accade spesso, da un banale e apparentemente innocuo ritardo in un pagamento alla segnalazione ‘automatica’ in banche dati che poi trasferiscono questi autentici “marchi negativi” agli istituti finanziari, che, sempre in automatico, procedono al blocco di mutui, finanziamenti e prestiti in generale.
Particolarmente efficace e apprezzato, nell’autorevole manipolo di professori e ricercatori che si sono avvicendati al microfono (ricordiamo il professore Francesco Lenoci, dell’Università Cattolica di Milano, il dottor Stefano Peola, Consulente di Finanza d’Impresa, e il dottor Paolo Galloso, responsabile dell’Ufficio Studi di Anima), è stato l’intervento, articolato e chiarificatore, del dottor Rino Nimis, fondatore della società CRC Milano, che si occupa, sul campo, di risolvere i problemi dei tanti ‘dannati’ iscritti nelle fatidiche blaklist.
Ed è stato proprio il dottor Nimis a lanciare un salvagente di speranza per chi è già segnalato, e per chi lo sarà in un prossimo e complicatissimo futuro, chiarendo non solo quale sia il percorso che sfocia nella maledetta “segnalazione” presso le banche dati, ma anche quale siano le modalità e le procedure corrette per uscirne senza troppi danni, come ha del resto spiegato, con interventi e precisazioni dal “vivo” nelle sue osservazioni nell’utilissimo libro che prende il nome proprio dalla ricerca di Anima, “Le segnalazioni nelle banche dati e il blocco all’accesso al credito”.