Il 7 febbraio, con il consenso del Parlamento europeo, è stato approvato il Regolamento denominato Instant payment in euro, che prevede la diffusione dei pagamenti istantanei. Pubblicato il 19 marzo sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, il regolamento è entrato in vigore l’8 aprile, trovando diretta applicazione negli stati comunitari per i pagamenti effettuati nell’ambito dell’area euro.
I pagamenti istantanei consentiranno alle persone e alle imprese di trasferire denaro in qualsiasi momento, effettuando un accredito a favore del beneficiario entro una decina di secondi. Pertanto sarà possibile operare sia nell’ambito del proprio paese, sia verso un altro stato appartenente all’area Sepa (Single euro payments area, 36 paesi europei che comprendono anche la Svizzera e la Gran Bretagna).
Abbiamo sentito, a tale proposito, Liliana Fratini Passi, direttore generale di Cbi Società Benefit, una società partecipata da circa 400 banche e altri intermediari che sviluppa infrastrutture e servizi innovativi nel mondo dei pagamenti digitali, dell’open banking e dell’open finance. Cbi ha sviluppato servizi come Name Check (grazie al quale l’Italia è già aderente alla normativa) e Check Iban. È sorvegliata da Banca d’Italia.
C’è qualche altro servizio su cui possiamo far conto, in un settore così delicato?
Sìì. Per esempio il Cbi Safe Trade, che è stato ammesso alla sperimentazione della sandbox regolamentare di Banca d’Italia e raccoglie le informazioni sulle fatture anticipate in ottica multibanca e multicanale, per aumentare la stabilità e l’efficienza del settore finanziario e mitigare il rischio derivante dall’uso fraudolento delle fatture e dell’erogazione del credito da parte degli intermediari, anche sulla base di sviluppi di architetture di tipo dlt (distributed lender technology). Ricordo poi anche la nostra soluzione di smart onboarding Cbi Go, grazie alla quale i psp possono consentire alle aziende di recuperare in tempo reale le informazioni di un utente mediante il dialogo telematico con la banca di riferimento grazie all’interoperabilità in ambito interbancario garantita da Cbi.
C’è una strategia per accelerare la transizione dall’open banking all’open finance?
Stiamo investendo in innovazione tecnologica, anche attraverso partnership internazionali, e in competenze digitali che contribuiranno alla creazione di servizi a valore aggiunto in ottica di data monetization. Per questo abbiamo fatto evolvere la piattaforma RegTech Cbi Globe (che ha permesso a oltre 300 banche di rispondere ai requisiti richiesti della Psd2) anche nella componente funzionalità attiva. Ciò per consentire a banche e psp di offrire alla clientela servizi fintech, fungendo da account information service provider e payment initiation service provider, interfacciandosi cioè con un third-party provider enabler centralizzato e raggiungendo così l’intero ecosistema bancario italiano e numerosi gateway internazionali.
Insomma, più interconnessione informativa equivale a più sicurezza e funzionalità?
Speriamo davvero che sia così!
(fonte Forbes Italia)