Ah, la Divina Commedia! Un’opera che continua a risuonare nei secoli.
Un passo che trovo particolarmente toccante e che commento spesso è tratto dal canto V dell’Inferno, l’incontro con Paolo e Francesca, i due amanti travolti dalla passione e condannati a vagare insieme nel turbine infernale:
“Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.“
Questi versi pronunciati da Francesca a Dante esprimono un dolore lancinante. La consapevolezza della felicità perduta acuisce immensamente la sofferenza presente. È un sentimento profondamente umano, universale. Chi non ha mai provato un sussulto di malinconia nel ripensare a momenti gioiosi ormai lontani, soprattutto in un periodo difficile?
La frase “e ciò sa ‘l tuo dottore” si riferisce a Virgilio, la guida di Dante, che ha sperimentato la perdita e la nostalgia. Questo piccolo inciso rende il dolore di Francesca ancora più intenso, quasi a voler cercare una sponda di comprensione nel suo interlocutore e nella sua guida.
Questo canto è magistrale nel descrivere la forza travolgente dell’amore, ma anche le sue tragiche conseguenze quando non è governato dalla ragione. La dolcezza delle parole di Francesca contrasta con la brutalità della loro punizione, suscitando nel lettore un senso di pietà e riflessione sulla complessità delle passioni umane.